EVENTI: La Passione secondo Matteo - Vangeli astratti - Genesi del Mondo e Genesi dell'arte - Genesi - Monografia


MONOGRAFIA

Yves Bonnefoy
Dévotion.
Cesare Greppi
Dal Confine.
Günter Kunert
Sparse sul sentiero del bosco.
Nel sentiero d’ombra
Pavlos Màtesis
Per la pittura di Roberto Demarchi da uno scrittore che
impara a scrivere da Goya
.
Titos Patrikios
Caos e luce nella pittura di Roberto Demarchi.
Camillo Pennati
I fondi nero di Demarchi.
Giovanni Raboni
Come uno che sta sognando e sa
Roberto Rossi Precerutti
La città della mente di Roberto Demarchi.
A un remoto fiammeggiare. Omaggio a Roberto Demarchi.
Emanuele Severino
Luce che brilla ovunque, oscurità dei sentieri, potenza della verità.
Andrea Zanzotto
– (Giù, lungo la stradella nella forra con viva corrente).

(GIÙ, LUNGO LA STRADELLA NELLA FORRA CON VIVA CORRENTE)
di Andrea Zanzotto

(Giù, lungo la stradella nella forra con viva corrente)

CASA PERICOLANTE
cucita e ricucita con tiranti
onnidirezionali e con denti-zeppe
di ferrolegno, ma soprattutto
madre di una mutante finestra vuota,
ma affamata del nulla
e fatta di sostanza pura rivolta al fuori –
Ah casa, gentilissima e dura d’animo a un tempo
gelosa dei tuoi resti ampi d’intonaco
grondanti e gaudenti di scritte obsolete
(il primo Vasco Rossi) (erotici richiami con
nome e cognome e i più recenti col K dei ragazzini),
tu, tempi sovrapposti e collegati appunto
da quanto si possa immaginare di mezzi
intimi della razza degli stecchi forti come spiedi,
e soprattutto da voluttà e volontà di abitar là
di sentirsi, abitandovi, co-desideranti rammendi
connessi non v’è dubbio, all’etemo ||
    CASA. pericola in avanti
    o indietro o da tutti i lati e tetti e scoraggia
    chi pensa tu non possa ulteriormente pericolare,
    inventa incroci calettature, incastronerie di
    materie che il tempo diversamente inebriò, disorientò,
    fece quasi svenire-svanire
    ubicò, traslocò in niente e in tutto
    rassodò fino a farli terribilmente gioire
    o soffrir lutto.
Ora, superba sei anche di LAPIDE, fissata nel punto
che non può non apparire il più giusto
e ti consacra come CASA PERICOLANTE
agli occhi del passante
che ben ti conosce come tipo d’infinito
o non ti conosce, e certo a chi non seppe com’eri
come t’inventavi all’inizio del tuo pericolare
o, più avanti, quando eri abitata
dalla famiglia, per definizione, più disastrata
del paese: ma che avevano
una benedizione di latte tutti i mattini;
e da chi? dalla maestra Marini:
lei vi portava un bei vaso di latta colmo
del bianco, appetitoso perché forse unico cibo.
Aveva solo le magrissime entrate da maestra
la maestra ed era anche chiacchierata
perché qualche volta andava a ballare
e fumava da un lungo bocchino
e non era granché sorridente: ora è dono
stupendo alla memoria, scomparsa la famiglia
sussidiata, scomparsi i tic beneficenti.
    Mah mah mah, come si pericola grandiosamente
    eppure umilissimamente
    con te, amata CASA, col tuo passato assente
    col tuo futuro invece
    garantito da tutti quegli zampini, rampini, spiedini.
    Ma anche dal buco della finestra che
    in qualche modo geometricamente impera –
        occhio mancato di benigna megera?
Qual mai ALTA VISTA d’architetto
e mago di colori crudi e cotti
dei materiali, e della lor potenza
avrebbe meglio colto i segreti che dal fondo di ogni fondo
ispirando s’insinuano? Ma esistono mai simili
architetti a sposare
l’etemo stare (del presente mondo) col pericolare
che gli è necessario al tremito
de – sine fine – vivacchiare?
YAHOO

2001-3

 


© Roberto Demarchi 2017 | English version

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