MONOGRAFIA Yves Bonnefoy – Dévotion. Cesare Greppi – Dal Confine. Günter Kunert – Sparse sul sentiero del bosco. – Nel sentiero d’ombra Pavlos Màtesis – Per la pittura di Roberto Demarchi da uno scrittore che impara a scrivere da Goya. Titos Patrikios – Caos e luce nella pittura di Roberto Demarchi. Camillo Pennati – I fondi nero di Demarchi. Giovanni Raboni – Come uno che sta sognando e sa Roberto Rossi Precerutti – La città della mente di Roberto Demarchi. – A un remoto fiammeggiare. Omaggio a Roberto Demarchi. Emanuele Severino – Luce che brilla ovunque, oscurità dei sentieri, potenza della verità. Andrea Zanzotto – (Giù, lungo la stradella nella forra con viva corrente). | PER LA PITTURA DI ROBERTO DEMARCHI DA UNO SCRITTORE CHE IMPARA A SCRIVERE DA GOYA di Pavlos MàtesisI colori tornano alla loro dimora quasi silenziosamente, senza alcun clamore. Le forme sono ospitate nella casa della pittura consapevoli di non essere costrette a rappresentare una qualsiasi figura. Ed esiliano la fotografia dalla Pittura. Quello che un tempo definivamo reale assume nuove dimensioni. e ora contiene in sé anche l’informale. Le cose che un tempo costituivano l’eccezione o la rivoluzione (Surrealismo, Modernismo), i sogniche non osiamo sognare, i pensieri che non osiamo formulare, ora sono naturalizzati nello spazio dell’«esistente» e, direi. diventano ormai la regola. Nelle opere di Roberto De Marchi esiste anche un intervallo vuoto nascosto.Questo vuoto è chiamato a completare chi osserva l’opera. Dimodoché egli diventa partecipe, complice. Come ha affermato Democrito confutando la cosmologia di Parmenide. «il tutto non ‘è compatto; esiste l’intervallo tra i corpi.Il nulla. il vuoto. esistono». In queste opere l’Armonia è invisibile. (Eraclito: «L’armonia invisibile è superiore a quella manifesta».) Nelle opere di Roberto De Marchi circola furtivamente un’anima.Non riusciremo mai a localizzarla.Perché (Eraclito, ancora e sempre) < i confini dell'anima, per quanto tu vada, non potrai trovare. dovessi pure percorrere tutte le strade: così profondo pensiero essa richiede».
(traduzione di Nicola Crocetti) |